A me gli occhi / All eyes on me
Ho sempre saputo che gli occhi fossero lo specchio dell’anima ma, mai come oggi, me ne ero resa conto.
L’utilizzo della mascherina ci ha coperto praticamente tre quarti del volto e la comunicazione verbale si è trasferita negli occhi.
La voce ovattata trova l’intonazione giusta con i battiti delle ciglia e le pupille sono diventate delle casse armoniche.
Credo che sia bellissimo questo modo di comunicare ma allo stesso tempo, disarmante.
I suoni emessi sono grevi e mi ricordano tanto la composizione di Prokofiev, ‘Pierino e il lupo’, nel tratto in cui il lupo si avvicina a Pierino con l’intento di mangiarlo.
“Popopopopooooopo… ”
Sono occhi pieni di sconforto, stanchezza, incertezza… sono lo specchio del momento storico che stiamo vivendo e ci raccontano molto più di mille parole.
Ho fotografato nella memoria gli sguardi della gente, quelli che ho incrociato e quelli che mi hanno negato e sono andata alla ricerca di qualche linea curva o piccola ruga d’espressione, che accennasse ad un sorriso… ma l’unica cosa che ho trovato è stata: la rassegnazione.
Eppure ci deve essere la via d’uscita, la rassegnazione deve trasformarsi in speranza in qualche modo… e come nella vicenda di ‘Pierino e il lupo’, io mi immagino un corteo trionfale di occhi ridenti, che gira per le strade delle città sapendo di avere sconfitto il lupo e sventolando la mascherina in segno di libertà.
“Popopopopooooooooopo…”
I’ve always known eyes were the mirror of the soul, but never like today, I had realized it.
The use of the surgical mask practically covered three quarters of our face and verbal communication has transferred to the eyes.
The muffled voice finds the right pitch with the blinks of the eyelashes and pupils have become sounding boards.
I think this way of communicating is beautiful but, at the same time, disarming.
The sounds emitted are ominous and they remind me so much Prokofiev’s composition, ‘Peter and the wolf’, in the moment in which the wolf approaches Pierino with the intention of eating him.
“Popopopopooooopo…”
They are eyes full of discouragement, fatigue, uncertainty… they are the historical mirror of the moment we are living and they tell us much more than thousand words.
I’ve photographed in my memory the people’s glances, those I met and those who denied me and I went in search of some curved line or small wrinkle of expression, which hinted at a smile… but the only thing I found was: resignation.
However there must be a way out, resignation must turn into hope in some way… and like the story of ‘Peter and the wolf’, I imagine a triumphal procession of laughing eyes, which goes around the city streets knowing it has defeated the wolf and waving its mask as a sign of freedom.
“Popopopopooooooooopo…”
Comments (6)
-
-
Flavia
Dopo un anno a volte, sembra banale dirlo, ma ci si è dimenticati della vita normale, di quella vita di cui spesso ci lamentavamo, non sapendo cosa ci aspettasse dopo...Io sono convinta che presto o tardi ce la faremo, ma che forse di questo periodo negativo, che nonostante la negatività, ci ha dato tanti insegnamenti, ce ne dimenticheremo. In fondo qualcuno diceva:”The show must go on” e così è la vita...Torneremo a lamentarci e a dare per scontata quella normalità che scontata non è...Spero di sbagliarmi... Un bacio grande Cri 💕💕💕💕
-
Missing author
Grazie Cri, con queste belle parole ci offri una grande speranza
Flavia
Grazie per le tue parole!! È ciò che penso di te ❣️❣️❣️❣️