Un panino condiviso / A shared sandwich
Qualche giorno fa mi trovavo all’Osteria dei Poeti, un locale molto carino dove mi piace fermarmi a fine giornata, per un drink o qualcosa da mangiare, quando mi si avvicina una signora.
«Mi scusi signora, ha una moneta da darmi per favore?» mi domanda con aria afflitta e colma di vergogna.
La guardo e rimango sorpresa dal suo aspetto così decoroso, pulito e gentile. Non mi dava l’idea di essere realmente in difficoltà.
«Mi dispiace signora, non ho contanti. Sono talmente abituata a pagare con il bancomat che non porto più dei soldi con me» le stavo dicendo la verità, seppur con diffidenza.
«Mi scusi, davvero, non volevo disturbare» mi dice dispiaciuta facendo un passo indietro.
«No, aspetti! Non si deve scusare. Vuole mangiare qualcosa? Ha fame? Questo lo posso fare volentieri. Venga, si sieda.»
«Sì, ho fame.» risponde senza esitazione.
Crolla ogni diffidenza! Nelia, questo è il suo nome, si siede davanti a me e in attesa che arrivi ciò che abbiamo ordinato, mi racconta qualcosa della sua vita. Una storia di straordinaria normalità ma con un finale inaspettato, che la vede in difficoltà, senza nessun familiare che l’aiuti. Mangia il suo panino, beve un bicchiere d’acqua e ringraziandomi se ne va.
Io non lo so se tutto quello che mi ha raccontato corrisponde al vero, voglio essere onesta, ma qualcosa deve esserle successo. Quello che so con certezza è che compiere dei piccoli gesti di solidarietà, può cambiare la tua giornata e la giornata di qualcun altro, rendendola migliore.
Mangiare un panino con Nelia, vederla felice per quel momento di condivisione, mi ha fatto sentire utile e fortunata.
Davvero non serve fare grandi cose per salvare il mondo, ma le piccole buone azioni si, servirebbero e sono convinta che in questo modo, saremmo già a metà dell’opera.
A few days ago I was at the “Osteria dei Poeti”, a very nice place where I like to stop at the end of the day, for a drink or something to eat, when a lady approaches me.
«Excuse me, madam, do you have a coin to give me please?» she asks me with an air of affliction and full of shame.
I look at her and I am surprised by her appearance so decent, clean, and kind. She didn’t give me the idea that she was really in trouble.
«Sorry ma’am, I have no cash. I’m so used to paying with an ATM that I no longer carry any money with me.» I was telling her the truth, albeit with distrust.
«Excuse me I didn’t want to bother» she says sorry, taking a step back.
«No, wait! There is no need to apologize. Do you want to eat something? Are you hungry? I can do this willingly. Come on, have a seat.»
«Yes, I’m hungry» she replies without hesitation.
All mistrust collapses! Nelia, this is her name, she sits in front of me and waiting for the order, she tells me something about her life. A story of extraordinary normality but with an unexpected ending, which sees her in difficulty, with no family members to help her. She eats her sandwich, drinks a glass of water, and, thanking me, leaves.
I don’t know if everything she told me is true, I want to be honest, but something must have happened to her. What I know for sure is that making small gestures of solidarity can change your day and someone else’s, making it better.
Eating a sandwich with Nelia, and seeing her happy for that moment of sharing, made me feel useful and lucky.
You don’t need to do great things to save the world, but small good deeds do, and I am convinced that in this way, we would already be halfway there.
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