Veloce come il vento / Fast like the wind
La prima volta che sono salito in sella ero molto piccolo. Papà mi regalò una mini moto e fu amore a prima vista o forse meglio a primo giro di pista.
Quando il disegno per il quale sei nato ti appare nitido fin dai primi anni di vita, non c’è niente che ti possa fermare dal realizzarlo, qualunque esso sia.
Ogni volta che indosso la tuta, gli stivali, i guanti ed infine il casco, è come se qualcuno mi stesse cucendo l’abito perfetto addosso: sono diventati la mia seconda pelle. Mi ci sento a mio agio e so, che da lì a poco, inizierò un’altra corsa.
Mi sono chiesto spesso se anche un’astronauta, prima di una missione, avverta sensazioni simili alle mie: adrenalina a mille; l’emozione per una nuova sfida; il desiderio di tornare a casa e con una conquista.
Sì, perché la verità è che gareggio per vincere!
In sella, non sono più Elia, sono una cosa sola con la mia moto. Non sento la paura, non temo il pericolo, io corro… veloce come il vento.
Sono un pilota! Questo mi permette di non perdere la concentrazione e di non pensare mentre guido, perché se per un attimo ci fosse solo Elia sulla moto, l’umano con le sue fragilità, non riuscirei a farlo.
Mia mamma avrebbe preferito che diventassi un ballerino di hip hop… come biasimarla? Quello che faccio è rischioso, mi dispiace molto darle preoccupazione, però correre in moto è ciò che mi rende felice, ciò che mi fa sentire veramente vivo… lei questo lo sa.
Abbasso la visiera, riscaldo il motore ed entro in scena:
Ciak si gira!
The first time I got on the bike I was very young. Dad gave me a mini bike and it was love at first sight or, perhaps better, at the first lap of the track.
When the design for which you were born appears clear to you from the earliest years of life, there’s nothing that can stop you from making it, whatever it may be.
Every time I wear the suit, the boots, the gloves, and finally the helmet, it’s as if someone was sewing the perfect suit on me: they have become my second skin. I feel at ease and I know, that shortly thereafter, I’ll start another race.
I have often wondered if even an astronaut, before a mission, experiences sensations similar to mine: pumped on adrenaline; the excitement of a new challenge; the desire to return home and with a conquest.
Yes, because the truth is that I compete to win!
In the saddle, I’m no longer Elijah, I’m one with my bike. I don’t feel fear, I don’t fear danger, I run… fast like the wind.
I am a pilot! This allows me not to lose concentration and not to think while I ride because if for a moment there were only Elijah on the bike, the human with his frailties, I wouldn’t be able to do it.
My mom would have preferred me to become a hip hop dancer… how to blame her? What I do is risky, I am very sorry to give her concern, but riding a motorcycle is what makes me happy, what makes me feel truly alive… she knows that.
I lower the visor, warm up the engine and I enter the scene:
…and action!
Comments (4)
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Anonimo
Grazie per questa profonda pillola emotiva! In poche parole così intense si può capire fino a che punto si è disposti a soffrire in silenzio pur di vedere un figlio felice.
Nico
Hai parlato di una cosa vera e molto impattante, perchè seguire le proprie passioni non è sempre facile, specialmente per chi ci circonda. Si vive tra il nostro batticuore di emozioni e il pensiero di cosa prova chi ci è vicino.. lo sforzo è proprio richiesto a chi ci è accanto, perchè amandoci per come siamo, sarà felice di vederci “cavalcare” l’onda della passione.❤️